Memoria Mons. Giulio Gabanelli il 13/06/2012

Domenica scorsa, il 10 giugno 2012, nella festa del Corpus Domini, la nostra Anna Maria Stoppani, dopo una prolungata sofferenza, sopportata serenamente, ha raggiunto nella Casa del Padre il suo amato consorte, Dott. Vittorio Polli, che l’ha preceduta già da cinque anni.

Ora possono godere insieme la divina riconoscenza per tutte le loro opere di bene realizzate durante la loro vita terrena.

La nostra Anna Maria Stoppani è stata veramente una grande benefattrice con quel suo stile di vivere prodigandosi generosamente per gli altri, in particolare nel mondo della sofferenza e delle Missioni, oltre che nell’ambito di qualsiasi necessità si fosse presentata a vantaggio dei più bisognosi.

Ha meritato pertanto la nostra più sincera riconoscenza e ammirazione, anche per tutti quanti non sono stati in grado di esprimersi personalmente o che sono già passati a miglior vita.

Il miglior elogio che dobbiamo sinceramente esprimere per lei, è senz’altro il fatto che ha saputo vivere per gli altri nella semplicità e nel silenzio e senza pensare di poter ricevere neppure una riconoscenza. Le bastava di aver fatto del bene.

Ma c’è Dio che è stato sempre presente a ogni sua opera di bene che ora la ricambierà oltre i nostri limiti di riconoscenza.

“L’amore vince la morte: vita mutatur non tollitur”. La nostra vita ha i suoi mutamenti, rispetto al nostro corpo che deve tornare alla madre terra, ma l’anima che Dio ha immesso in noi, nessuno la può distruggere, ma rimane come un nostro angelo tutelare, per cui la nostra Anna Maria Stoppani continua a vivere anche per noi con la missione di insegnarci a vivere sul suo esempio, di aprire il cuore ai nostri fratelli bisognosi, se vogliamo la pace che Dio ha portato nel mondo con la sua croce.

Su quanto detto sopra, vive la fede, non manca la speranza e trionfa la carità! Sono la sorgente della pace, vissuta dalla nostra Anna Maria Stoppani.

Memoria Giovanni Gavazzeni per zia Lolly il 13/06/2012

O morte come sei amara per chi ha vissuto in pace,
per chi ha provato le gioie e ha vissuto libero da preoccupazioni…
O Morte, la tua sentenza è dolce per l’uomo stanco e vecchio,
la cui vita è dolore e che non spera più e non aspetta più niente.
O Morte come è dolce la tua sentenza! (Ecclesiaste, 4, 12)

Davanti alla morte di una persona cara che ha compiuto un percorso lungo, così ricco di esperienze, sentiamo molto vicini quei sentimenti di cui parla l’Ecclesiaste: l’amarezza profonda, quasi il vuoto di un precipizio, un’epoca che si chiude; e per contrasto sovviene l’immagine della dolcezza, di quel sonno che solleva dalle sofferenze e concede il riposo a chi ha “bene agito”.

Il “bene agire”, fine ultimo della vita secondo l’Ecclesiaste, è un concetto che mi è tornato spesso in mente ripercorrendo la vita di Lolli e di Vittorio e di tutti quanti gli sono stati vicini. Penso alla straordinaria vicenda umana e imprenditoriale che proprio qui ha avuto inizio, la Manifattura della Valle Brembana, le cui vicende sono indissolubilmente legate alla storia stessa della Valle. Come non rivolgere i sensi della più profonda riconoscenza ai sacrifici e al lavoro di Franca Trezzi e Paolo Polli, e a quanti, familiari, dirigenti, impiegati, operai, gli furono leali collaboratori nel difficile governo aziendale.

Gratitudine e responsabilità che sono stati sempre presenti nei loro figli, Mariuccia, Vincenzo, Vittorio e Angioletta e nelle famiglie che si sono unite a loro, creando un legame fortissimo con questa terra e la sua gente, semplice e laboriosa. Un rapporto fortissimo che Vittorio e Lolli hanno voluto rimanesse nel tempo. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: sono fatti concreti, non indulgenze, sono espressioni generose di gratitudine verso le proprie radici e la propria terra.

Vorrei rivolgere un grazie sincero, a nome di tutti, ad Antonia per l’affetto, per la fedeltà, per l’abnegazione dimostrate in una vita al loro fianco e a Chiara e Pietro, per le cure amorose. Stringo anche in un abbraccio le amate nipoti Paola e Augusta, con Ottavio e Cecilia, e le cugine Marta e Gianna, e l’adorata nipote Anna, nel comune ricordo di tutti nostri cari che sono stati e sono vicini al cuore di Lolli e di Vittorio.

Non era nello stile della cara defunta indulgere sulle benemerenze, per la chiusa ricordiamo le parole di S. Paolo, Corinzi I, 13, 1-3

E quando donerò tutti i miei beni in elemosina e libererò il mio corpo alle fiamme,
e non avrò la carità, non servirà a nulla.
Perché oggi vediamo la Parola oscuramente, come attraverso un vetro,
ma poi la vedremo faccia a faccia;
Qui la conosciamo parzialmente;
ma poi la comprenderemo come anch’io sono conosciuto.
Tre cose rimangono: fede, speranza e carità,
ma la più grande di tutte è la carità.

Alcuni traducono carità con “amore”. La carità è un atto d’amore ed è l’immagine più preziosa che ci rimane di Lolly.

Anna Maria Stoppani - Museo della Valle Fondazione Polli Stoppani onlus

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