Sala IX – Candelieri, giochi e gramola
L’uomo azionava la roulette e se l’indice si fermava vicino a uno dei dolci esposti, il giocatore aveva vinto: se si fermava in un settore vuoto aveva perso. Il pastì aveva anche altri modi di vendere la sua roba secondo le stagioni, nelle sere d’inverno quando imbruniva percorreva la strada che attraversa il paese, gridando ogni tanto pometti caldi.
I frutti cotti al forno erano contenuti in una brenta di legno che l’uomo portava a spalla come uno zaino: era tenuta da liste di ottone lucido e aveva a lato un piccolo imbuto pieno di lunghi stecchi di legno che servivano per consegnarli.
Le piccole mele cotte, infilzate nello stecco di legno a gruppi di due o a tre avevano una fragranza di forno e costItuIvano la gioia dei ragazzi, rallegrando le sere d’inverno.
Un personaggio altrettanto singolare e stato I’arrotino. detto moleta. I suoi strumenti a ruota ci dicono che il suo lavoro lo portava di paese in paese e che oltre agli strumenti aveva bisogno di una bella voce davanti alle case gridava molala, molela: cosi le donne uscivano dagli usci e presentavano all’arrotino forbici e coltelli.
Lo strumento era un veicolo, la ruota aveva due usi: uno per muoversi e l’altro per far girare la mola.
La varietà degli apparecchi esposta è un indice della curiosa e geniale intelligenza artigiana.
Le XII Sale del Museo
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