L’unificazione monetaria del 1862

ADDIO, CARA VECCHIA LIRA

Di Mariagrazia Deretti

Mancano solo 120 giorni alla definitiva scomparsa della lira: dopo il 28-02-2012, infatti, non sarà più possibile cambiare in euro le vecchie banconote nemmeno alla Banca d’Italia. Ma quante lire mancano ancora all’appello? Molte di più di quante si creda. Alla data del 31 marzo 2011 ben 2.507 miliardi di lire ( circa 1,3 miliardi di euro) non erano ancora state presentate per la sostituzione con gli euro.

Certo, negli ultimi mesi qualcosa ancora rientrerà, ma si può ritenere che vecchie lire in banconote per almeno un miliardo di euro non verranno sostituite. In certi casi le banconote sono conservate per collezione, in altri casi sono andate distrutte accidentalmente, oppure dormono in logore borsette o nelle tasche di consunti cappotti dimenticati negli armadi, o anche farciscono vecchi materassi ammuffiti portati in discarica dai nipoti dopo che la nonnina è andata in Paradiso.

Molte lire invece possono essere all’estero, nascoste in banche accoglienti da evasori fiscali o da criminali che poi non hanno saputo come farle rientrare senza pericolo, perché per cambiare cifre sopra i mille euro si deve presentare il documento d’identità. Molte lire poi non rientreranno perché la cifra ritrovata è così esigua che non vale la “trasferta” per incassarla. Un mio amico, poco tempo fa, ha trovato in una borsetta della mamma ormai defunta delle banconote per 25.000 lire ed ha scoperto che per cambiarle avrebbe dovuto recarsi a Brescia o a Milano, perché la filiale di Bergamo non è più operativa da parecchi mesi.

Lui abita in provincia e quando ha fatto i conti delle spese da sostenere per raggiungere la Banca d’Italia a Brescia o a Milano, si è reso conto che era più conveniente tenersi quelle banconote come “souvenir”. Del resto un ricordo della lira da mostrare un giorno ai nipoti, magari facendo loro ascoltare “mamma mia dammi 100 lire” o “se potessi avere 1000 lire al mese”, può creare un piacevole momento di dialogo, perché la lira fa parte della nostra storia. E la sua storia è assai interessante.

È’ stata per me una sorpresa venir a sapere che l’origine della lira risale al 798, alla riforma monetaria voluta da Carlo Magno (che diventerà Imperatore due anni dopo). Una lira allora era un bel capitale; era divisa in 20 soldi e ciascun soldo era diviso in 12 denari d’argento. Questo rapporto tra la lira e le sue frazioni (1=20=240) durò nell’Europa continentale fino alla Rivoluzione Francese, ma in Inghilterra, dove i Francesi non arrivarono, fino al 1971. Nel 1795 infatti in Francia fu imposta una nuova valuta, divisa in decimi e centesimi, che prese il nome di “franco”. Nel 1805 la nuova valuta venne imposta anche in Italia, fu chiamata lira italiana e durò quanto l’impero di Napoleone I. Con la Restaurazione quasi ovunque si tentò di abolire la nuova moneta, ma negli stati Sabaudi, nel 1816, la lira italiana cambiò solo il nome e divenne la “lira nuova di Piemonte”. Poi, nel 1862, venne imposta su tutto il territorio nazionale, riprendendo il nome di lira italiana e spazzando via tutte le valute fino ad allora in uso nei territori annessi. Era bella la lira del 1862: 5 grammi d’argento (900/1000) con il ritratto del re su un lato e lo scudo sabaudo sull’altro. Era bella e stabile: fino al 1914 i prezzi aumentarono poco, invece nel secolo scorso, con le due guerre mondiali e la crisi petrolifera degli anni settanta, l’inflazione galoppò. E si diffuse sempre più una nuova forma di valuta: la banconota. Di banconote nel 1862 ne circolavano pochine perché la gente ne diffidava, preferendo la moneta d’argento. Infatti, all’annuncio della terza guerra d’indipendenza, nel 1866, ci fu un vero assalto alle banche per farsi cambiare le banconote in buona moneta d’argento, ed il governo dovette imporre il corso forzoso della moneta cartacea. Poi, con gli anni, la gente si abituò alla cartamoneta e così oggi sarebbe impensabile fare a meno delle banconote.

Un’ultima curiosità: che fine fanno le lire cambiate dalla Banca d’Italia? Non vengono bruciate, ma triturate e poi compresse in “briquettes” (mattoncini), ed immagazzinate.

31 ottobre 2011

MUSEO DELLA VALLE FONDAZIONE POLLI-STOPPANI, ONLUS

Via Mazzini 3 24019 – ZOGNO (BERGAMO)
INGRESSO LIBERO

dal 23 luglio al 15 agosto 2011
mattino dalle 9 alle 12
pomeriggio dalle 14 alle 17
chiuso il lunedì

Alcune immagini della Conferenza

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