Chi si occupa del mito dell’uomo selvatico in Bergamasca ha la sensazione di non poter cogliere, dopo tanta ricerca, altro che qualche debole frammento sopravvissuto ad una dispersione non casuale, ad un occultamento voluto, ad una cancellazione avvenuta moltotempo fa e perseguita con particolare determinazione. La stessa sensazione si ha quando ci s’informa sulle testimonianze che del selvatico si sono potute reperire in altre zone delle Alpi. Ma per quanto problematiche possano rsultare le poche testimonianze giunte fino a noi, si avverte nell’adombramento del mito una realtà non del tutto obliterata, dai contorni molto sfumati ma dal significato inequivocabile”. (dal testo della conferenza

Il mito dell’uomo selvatico è diffuso in un’area vastissima, che comprende tuttol’arco alpino nei due versanti. Esso è testimoniato da centinaia di leggende, dalla toponomastica, dall’andronimia e dall’iconografia sacra e profana. Detto anche uomo dei boschi, il selvatico fu chiamato pagano perché verosimilmente legato ad antichi culti precristiani. Parlava in rima ed amava i proverbi, praticava l’arte casearia, viveva in una grotta o in un riparo sottovento e conosceva i segreti della natura. La donna selvatica era una creatura luminosa ed eterea, amante della danza; insegnava la filatura alla donna civile e riaccompagnava nel villaggio i bambini che si smarrivano nel bosco.

Nel corso della conferenza saranno ricordatevalcune leggende raccolte in tempi diversi a Cirano di Gandino, a Cà San Marco, a Gromo, a Santa Brigida, a Selvino e in Val Taleggio, si farà riferimento all’iconografia di Sant’Onofrio e di San Cristoforo, ai romiti che custodivano i santuari, alla camera picta di Casa Vaninetti, alla Casa di Arlecchino, a Gioppino e al fantoccio carnascialesco del poer Piéro…

Da molti anni Umberto Zanetti va raccogliendo leggende e racconti e va riflettendo sui lacertitoponomastici che attestano la presenza in epoca storica dell’uomo selvatico nella montagna bergamasca ed in particolare in Valle Brembana. Egli offre per la prima volta un quadro organico del mito contestualizzandolo nelle varie fasi e proponendone una suggestiva ermeneutica.

Umberto Zanetti, poeta, prosatore e saggista, ha al suo attivo una cinquantina di opere monografiche, fra le quali libri d’arte, saggi storici, studi sulla cultura popolare e raccolte di poesie in bergamasco. Ha tenuto per invito conferenze e letture di versi in sedi universitarie, presso club, circoli culturali e stazioni radiotelevisive, ha partecipato a dibattiti e a convegni con interventi e comunicazioni, sue poesie sono comprese in antologie nazionali e sono apparse in riviste letterarie straniere. Accademico dell’Ateneo di Bergamo, dal 1989 ne dirige la Classe di Lettere ed Arti ed ha tenuto numerose conferenze nella sede atenaica. Vicepresidente del Cenacolo Orobico di Poesia, presiede la giuria del Concorso “Penna d’oro” di Gromo. Dirigente pubblico in quiescienza, è socio del Kiwanis Club Bergamo e cavaliere ufficiale della Repubblica. Ha già tenuto numerose conversazioni per il Museo della Valle, del quale è amico ed estimatore.
 

Conferenza dello scrittore Umberto Zanetti

MUSEO DELLA VALLE FONDAZIONE POLLI-STOPPANI, ONLUS

Via Mazzini 3 24019 – ZOGNO (BERGAMO)
INGRESSO LIBERO

venerdì 3 agosto 2007
ore 21

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